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COMPENSI SIAE PER COPIA PRIVATA – SMARTWATCH  

Da tempo il Ministero per i Beni e le Attività Culturali sta lavorando al nuovo provvedimento relativo alla determinazione delle misure dei compensi per la copia privata in sostituzione dell’oramai datato Decreto 20 giugno 2014. Il travagliato iter di elaborazione del provvedimento, che ha subito interruzioni e ritardi, è giunto adesso a conclusione con la predisposizione di uno schema di Decreto sul quale il Ministero, dopo avere annullato le audizioni previste per il 20 febbraio e poi per il 19 marzo a Roma, ha chiesto ai soggetti interessati l’invio di osservazioni e pareri per poi procedere con la pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale.

Lo schema divulgato dal MIBACT contiene una importante novità che coinvolge anche il settore dell’Orologeria: per la prima volta, infatti, sono stati inseriti tra i prodotti “colpiti” da questo obbligo di contribuzione anche i dispositivi “indossabili” dotati di memoria o hard disk con funzione di registrazione e/o riproduzione audio/video: smartwatch, fitness tracker o similari.

Di che cosa si tratta? Il cosiddetto “Compenso per copia privata”, è stato introdotto con la L. n. 93 del 5 febbraio 1992 al fine di compensare i titolari dei diritti ed è dovuto da produttori e importatori di apparecchi idonei alla registrazione di file audio/video tutelati dal diritto d’autore per la fruizione privata e senza scopo di lucro. Il compenso, originariamente applicato in percentuale sul prezzo di cessione degli apparecchi di registrazione audio e video e relativi supporti di registrazione, a partire dal D. lgs. n. 68 del 9 aprile 2003 è calcolato non più in misura percentuale sul prezzo di cessione ma in funzione della “capacità” di registrazione. Si sono poi susseguiti nel tempo una serie di decreti che hanno individuato le categorie di prodotti da assoggettare a compenso e l’importo dello stesso, da versare a SIAE a cadenza trimestrale sulla base di apposita rendicontazione delle vendite effettuata dal produttore/importatore. Per maggiori dettagli sulla normativa e le procedure relative si può consultare l’apposita sezione di sito SIAE:

https://www.siae.it/it/utilizzatori/altri-servizi-bollini-certificazioni-dati-e-statistiche/copia-privata/copia-privata

Il nuovo schema di Decreto, di imminente pubblicazione, individua come detto una nuova voce di prodotti obbligati a pagare il compenso a SIAE in base al teorico utilizzo potenziale di “registrazione” o riproduzione di file audio o video.

L’art. 2 lett. p) dell’Allegato Tecnico al Decreto recita testualmente:

Memoria o hard disk integrato in dispositivi indossabili dotati di funzione di registrazione e/o riproduzione audio e/o video (c.d. smartwatch, fitness tracker o similari):

fino a 4 GB 2,20 €
da > 4 fino a 8 GB 3,20 €
da >8 fino a 16 GB 4,10 €
da >16 fino a 32 GB 4,90 €
Oltre 32 GB 5,60 €

Riteniamo doveroso manifestare vive perplessità su un sistema di prelievo oramai obsoleto, completamente superato dalla evoluzione tecnologica e dai comportamenti degli utenti in materia di fruizione dei contenuti audio/video. Osserviamo inoltre che il compenso per copia privata è applicato in modo del tutto disomogeneo nei diversi Paesi e occorrerà capire se e quali altri Stati applicano analogo compenso su questi prodotti e di quale importo: poiché il compenso è applicato su base nazionale dagli operatori nazionali, per il consumatore sarà sufficiente acquistare all’estero per evitare questo maggior costo. Pertanto, il canale dell’e-commerce gestito da operatori esteri difficilmente controllabili e verificabili sarà quello a trarne il massimo beneficio, a svantaggio delle imprese italiane.

ASSOROLOGI condivide pienamente il principio per cui i titolari di diritti d’autore devono essere remunerati per l’utilizzo legittimo delle opere di loro titolarità, ma osserva che il danno connesso all’utilizzo illegittimo (pirateria) esula completamente da questo quadro e non potrà mai essere “compensato” da questo tipo di prelievo. Inoltre, in virtù della diffusione dello streaming (legale) lo stesso concetto di “copia privata” pienamente comprensibile negli anni Novanta del secolo scorso ha perso la sua stessa ragion d’essere. Non si possono infatti scaricare sui mercati dell’elettronica di consumo, dell’Information & Communication Technology e dell’Orologeria gli oneri destinati a finanziare la SIAE e (parzialmente) i produttori dei contenuti: questo non è giusto, poiché penalizza in misura sproporzionata ed illogica un mercato per compensarne un altro.

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