HomeAssorologiTarocco, il trucco del sito e le altre astuzie che alimentano la zona nera

Tarocco, il trucco del sito e le altre astuzie che alimentano la zona nera

Secondo Assorologi, oggi il 53% degli modelli contraffatti è venduto su Facebook. Le forze dell’ordine si attrezzano con reparti specializzati. Ma non basta più
Bastano pochi minuti d’attesa di fronte ad una boutique di orologi per scorgere un curioso perso ad ammirare l’esemplare che forse non può permettersi. Ecco l’idea: perché non acquistarlo là dov’è più conveniente, magari sui social, su siti specializzati in repliche o a un’asta online? Ed è così che ogni anno il desiderio alimenta il mercato della contraffazione, che solo nel 2016 in Italia, terzo Paese più colpito dal fenomeno, ha prodotto la perdita di 88mila posti di lavoro e di 10,3 miliardi di euro d’incassi per l’erario. Questi dati, frutto di una relazione Ocse e Euipo, descrivono una realtà arricchita dalle parole del presidente di Assorologi, Mario Peserico, che sottolinea come il 53% degli orologi falsi sia venduto su Facebook.

Ed è proprio qui, sui social, che è possibile trovare gruppi che vendono le repliche di Rolex, ma non solo, a prezzi stracciati, purché si accetti la loro politica: «Non esiste reso o garanzia scritta per questo mondo delle repliche, ma c’è il rapporto con il cliente». Si può acquistare un Gmt-Master II a 260 euro, più 80 per la confezione, che riporta quasi tutte le caratteristiche dell’originale, dall’impermeabilità alla lunetta in ceramica, fatta eccezione per il movimento, per i materiali e per la qualità delle lavorazioni. Proprio sul movimento è evidente il gioco del falso più falso e del meno falso: basta notare che alcuni siti presentano falsi al quarzo, altri vantano l’affidabilità dell’ETA Valjoux 7750, tutt’ora impiegato da diverse aziende orologiere, e infine coloro che vantano la riproduzione di calibri clone dell’originale. Dipende tutto da quanto si vuole spendere e dalla qualità della replica, che viene certificata dal falsario stesso su una scala a tre gradi, A, Aa e Aaa, al pari di una società di rating di Bot; poco importa se poi l’esistenza della qualifica Aa e dell’A sia raccontata solo sui siti che vendono repliche Aaa, tanto il suo scopo è quello di legittimare il venditore. È infatti tramite la combinazione del massimo grado di perizia, Aaa, e della presenza di un movimento automatico, che molti siti specializzati in repliche arrivano a chiedere oltre 450 euro per i loro modelli, sostenendo di essere loro stessi i produttori.

La storia che raccontano è infatti pressoché la stessa in ogni sito: collezionisti che hanno prestato i loro esemplari ad artigiani orologieri con un passato nelle grandi maison, i quali, a loro volta, sono stati in grado di realizzare gli stampi per le repliche. Il leitmotiv è che loro sanno smontare e aggiustare gli orologi che producono, mentre i loro concorrenti no; e, almeno a parole, forniscono una garanzia di 12 mesi e il diritto di reso, nonché la possibilità di laminare la propria replica con oro 18kt. E per i più esigenti, come fa notare il sito di uno dei più grandi e corretti negozianti italiani, Hausmann & Co., è possibile imbattersi nel Santo Graal della contraffazione: falsi che incorporano in sé elementi originali, dal quadrante al bracciale, magari di referenze ed epoche diverse. Ed è così, tra le placcature in oro e la contaminazione del sacro col profano, che si elude la proprietà intellettuale e si commette un reato che minaccia l’estinzione di quelle boutique e dei loro canali di vendita ufficiali, che alimentano la passione per questi orologi.
Pubblicato da IL CORRIERE DELLA SERA
12 dicembre 2019 (modifica il 12 dicembre 2019 | 19:13)
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